Cominciò tutto in prima media.
E, come in ogni favola che si rispetti, c’era una fatina, che nel mio caso si chiamava Giuliana. Era la professoressa di musica, e quando apparve in aula con una chitarra, mi sembrò subito molto simpatica. Quando poi iniziò a suonare… rimasi incantato dal suono che usciva da quell’aggeggio un po’ misterioso, e che si intonava così bene con la sua voce limpida.
Fu amore a prima vista. Fu così che cominciai a suonare. Le nostre prime canzoni rimasero storiche: Oh Bella Ciao, John Brown… Poi ne vennero altre, più complesse ed esigenti. Ma io e la mia chitarra riuscivamo a cavarcela bene. Eravamo una coppia unita! Tanto unita che negli anni successivi i miei amici cominciarono a prendermi in giro, dicendo che la chitarra era… la mia ragazza: uscivamo sempre insieme!
Era vero, suonare mi piaceva proprio. C’era qualcosa di straordinario nel fatto che, come dal nulla, da quelle corde usciva un suono magico che riempiva l’aria di dolcezza. Quel che non sapevo é che un giorno, Dio si sarebbe servito di lei per… Beh, devo partire dall’inizio.
Dovete sapere che pur essendo cresciuto in una famiglia molto cristiana, quando arrivai all’adolescenza mi stancai della messa e stavo pensando di non andarci più. Ma un giorno mia cugina Piera, futura missionaria in Perù, mi disse: “senti, abbiamo bisogno di qualcuno che suoni la chitarra a messa. Vieni tu?” Beh, se era per suonare allora ci potevo anche andare, a messa! E accadde che, tra una canzone e l’altra, ascoltavo con più attenzione il vangelo e cominciavo a incantarmi con il suo messaggio.
Un giorno mi invitano a un incontro al Pime. Appena arrivo, scambio due parole con un giovane che, saputo che suonavo la chitarra, mi regala il suo canzoniere. Questo gesto mi conquista! “Voglio capire cosa c’è dietro tanta generosità!” – mi chiedo.
Continuo a frequentare quei giovani e così scopro un modo nuovo di vivere la fede, di testimoniare l’amore di Dio a tutti: scopro la missione! E ne rimango affascinato, fino a sentire la voce di Gesù: “Lascia tutto, e seguimi…”
Ecco, proprio grazie a lei, alla chitarra e alla musica, sono arrivato qua in Brasile, missionario anch’io. Ho lasciato molte cose, ma non la chitarra: mi basta imbracciarla un momento, e subito un gruppetto di giovani si avvicina, canta con me, fa domande…
E tra una canzone e l’altra, vedo che la mia storia si ripete: Gesù chiama altri giovani a seguirlo sulle strade del mondo.
Natale Brambilla
(scritto per EVai)